101storiesapienti, emozioni

L’arte di andare su tutte le furie.

 

 

Qual è l’origine della rabbia?

Di norma la rabbia in quanto emozione scaturisce da uno stato di frustrazione, fisica o psicologica.

Senza entrare nei dettagli, un tempo non mi arrabbiavo mai, nemmeno per le cose peggiori.

Nel momento attuale, nella mia esistenza attuale, spesso mi capita di essere arrabbiato.

Non sto qui a riflettere sul perché sono arrabbiato.

Dico solo che uno dei motivi della rabbia è la fuga dal momento presente.

Quando penso al futuro o al passato, il presente, l’attimo, scompare. E mi arrabbio.

 

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101storiesapienti, scrittura, scuola

L’onda

8.

L’onda

(Tratto da 101-Storie sapienti dal sottoscuola)

Si comincia dalla fine.

Si comincia dal terzo anno.

Scena prima.

Io: “Ma voi l’avete vista l’onda?”

Loro: “Nooooooooooooo ancora?”

Io: “Perchè ve l’ho già chiesto?”

Loro: “Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii prof dieci volte!!!”

S: “Tre volte in prima.”

P: “Tre volte in seconda”

T: “Quattro volte in quarta.”

Io: “(Ma voi non siete la terza?)

T: “Sì prof ma io ripeto…”

Io: “Ah ho capito. Quindi non ne parlo. E il mio piede sinistro? L’avete visto?”

S: “Che schifo prof quello mai!!!”

Io: “Come che schifo?”

P: “Cioè una volta io un piede di un prof l’ho visto ma era al mare.”

T: “A giugno gita a finale c’ero anch’io ma era un’altra scuola

P: “Miiiiii le ragazze di quarta si erano scottate i piedi ma continuavano a ballare“

Ma non li hai visti tutti e due?

Sì ma lui ha chiesto il sinistro

E che precisa che sei

Io Noooooooooo ma io dicevo il film “il mio piede sinistro”,  Quello con l’attore che ha fatto il film su lincoln

E poi anche l’ultimodeimohicani

E quello sull’ira.

Come si fa a fare un film sull’ira? Meglio,uno sull’amore.

E poi nessuno

No ma sull’ira nel senso di I.R.A., indipendenza irlanda del nord, non nel senso dell’emozione

Io l’avevo capito

Io no ma un film sull’amore è sempre bello da vedere

A me piacciono gli horror

Allora sei apposto quando ti guardi allo specchio nemmeno paghi il biglietto

Loro: ” ahahahahahahahaha”

Ragazzi conteniamoci. Torniamo ai film.

Sono due film molto diversi mammolto significativi.

” io però non ti insulto anche se sei un cesso”

Oh ma era una battuta vedi che ti offendi per nulla?

Ragazze torniamo al punto? Possibile che non si riesca a scherzare senza insultare?

Poi sempre sulla bellezza o bruttezza. Due cose:

1. La bellezza è dentro, non fuori;

2. Niente può ferirvi senza il vostro consenso;

3. Siete voi che decidete cosa vi fa male oppure no;

4. Per essere rispettati dovete in primo luogo rispettare.

5 torniamo ai film

Ok prof scusa t

Si scusa p

Oh vi siete appena chieste scusa?

Si non era quello che voleva?

Io: “Sì, cioè no!

Cioè, non vuole che ci chiediamo scusa

Sì, voglio che vi chiediate scusa ma anche no, non voglio che vi chiediate scusa dopo ma voglio che vi rispettiate prima di insultarvi

Vabbè prof come vuole lei (a parte: A questo non va mai bene niente…)

S: Prof

Sì?

Andiamo avanti?

Sì, andiamo avanti…

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101storiesapienti, psicanalisi, psicologia, Recalcati, scrittura, Scrivere, terapia

Autopubblicazione come autoterapia

Autopubblicare un libro è come farsi terapia da soli: si evita il contatto con un Terzo, con la mediazione, con la Realtà.

Il meccanismo è spiegato da Recalcati nel libro su Telemaco, quando parla dell’eredità dei padri. L’idea è: non si può fare tutto da soli, ricominciare da capo come se niente fosse, da zero. L’eredità del padre va accettata, accolta, interiorizzata. Altrimenti rischiamo di non essere davvero adulti completi.

Chi rifiuta il Terzo, la mediazione, rimane nel limbo, non cresce, non diventa davvero se stesso.

Oltre al fatto di riconoscere il valore in sé dell’autopubblicazione, forse allora c’è questo elemento in quello che sto facendo: il non voler crescere. A tutti i costi.

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101storiesapienti, Scrivere

Storia sapiente 15: Il Grande Essere.

Per gentile concessione, pubblico, per scopi banalmente promozionale, la quindicesima storiasapiente.

Storia Sapiente 15.

Il Grande Essere

Il grande essere aveva i capelli di Bob Marley e la voce di Otis Redding.

Mi parlò una mattina di dicembre e mi insegnò il potere delle Parole.

(Una volta avevo sentito che Soldati aveva sviluppato “la poetica delle parole” e allora mi era venuto da pensare alla guerra e al significato della violenza nel mondo ma il Grande Essere si mise ad intralciare i miei pensieri dandomi tutte le risposte di cui avevo bisogno)

Iniziò a parlare in quella mattina fredda di dicembre finì un mese dopo.

La sua luce era in me, sempre.

Io lo ascoltavo pieno di fervore.

La prima frase del grande essere fu questa:

“Partiamo dal presupposto che ogni persona è una poesia, mio caro amico sceltissimo e che ogni poesia va tenuta nella più alta considerazione…” e così via per mezz’ora con citazioni dottrinali e sofisticherie illuminanti.

Alla prima pausa (forse non c’era stata nessuna pausa) mi venne in mente la domanda perfetta: “Maestro se ogni persona è una poesia chi ha scritto tutte le poesie?”

E Il grande essere rispose: ”Innanzitutto non sono Maestro e non esistono maestri. Sei tu il tuo maestro. Per rispondere alla tua domanda dovrei essere a conoscenza dell’Indissolubile ma io sono solo il Grande Essere: sono, non conosco”.

E si rimise a parlare di ogni cosa in modo così semplice e profondo allo stesso tempo che mi lasciai trasportare nei suoi pensieri. Facevo la vita di tutti i giorni: lavoravo, mangiavo, parlavo con i miei amici, con i miei figli, intonacavo pareti, spostavo mobili, cucinavo ricette indiane, imparavo il francese al corso del martedì…e in tutte queste cose, per tutto l’intero mese il Grande Essere mi parlò ed ero in pace perché sapevo di poter essere qualcosa, una poesia forse, senza preoccuparmi di conoscere.

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101storiesapienti, motivazione, zen

Pirsing e lo zen a modo mio.

Ora non posso più rimandare: devo leggere “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” perché è morto l’autore, Pirsig.

In #101storiesapienti ho parlato del libro ma solo per dire che non l’avevo mai letto.

Affermare per negare.

Lasciare vuota un’assenza.

Ora non è che mi senta davvero il dovere di leggerlo.

Però il piacere si.

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emozioni, mindfulness, motivazione, paura

Paura?

Ho capito che cos’è. Finalmente. Ci ho messo molto tempo e molte molte notti insonni ma alla fine una cosa l’ho capita, pressappoco o giù di lì.

Le paure sono il nostro cancro. Crescono dentro di noi e non ci abbandonano mai. Sono la causa più probabile della nostra morte prematura.

Possiamo farci visitare da mille e mille dottori, possiamo sottoporci alle cure più costose ma loro sono sempre lì in agguato.

Dove finisce la similitudine con il cancro?

Puoi combattere contro il cancro ma se sei sfortunato vince lui.

Le paure sono in qualche modo sotto il nostro controllo, anche se sembrano venire da fuori.

Quindi perché non iniziare adesso?

(Tanto poi “adesso”, come ha argomentato Hegel, è una forma vuota. Così può diventare la madre di tutte le scuse e un ottimo motivo per procrastinare).

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